Risalita della prima cascata. Foto di Aristide Fiore. |
Lo
stretto ingresso della grotta, situato nel territorio di Giffoni
Valle Piana (SA), a circa 750 m di quota nell’alta valle del Fiume
Picentino, ai piedi del versante occidentale del Monte Accellica,
immette in un ampio salone, lungo circa sessanta metri, che
costituisce l'ambiente più vasto dell'intera cavità. A causa degli
strani effetti sonori prodotti da una cascata e dal tratto di
torrente che percorre il suo lato sinistro e sbocca poco più in
basso dell'ingresso, è stato chiamato "Sala delle bambine che
giocano". Percorrendo, sul lato destro, la sommità di un
ammasso roccioso ricoperto di concrezioni, si raggiunge un lago poco
profondo, alimentato dalla cascata. Scendendo tra le rocce, si arriva
a una piccola spiaggia. Sul lato destro del salone iniziale, un
passaggio verso l'alto immette nella Sala della Pietà, un ambiente
più piccolo, ricco di concrezioni. Accanto alla sommità della
cascata, si trova invece la vera prosecuzione della grotta, che
assume la conformazione di una galleria dai contorni resi incerti
dalle abbondanti concrezioni. Più in basso, in un condotto non
percorribile, che comunica con quello principale solo in alcuni
punti, scorre il torrente sotterraneo che alimenta la prima cascata.
Alle estremità di due corte diramazioni si trovano la Sala dei
Pipistrelli, che per il particolare pregio delle concrezioni si può
considerare l'ambiente più bello, e la suggestiva Sala della
Colonna. Più avanti, dopo una sala inclinata al cui fondo scorre il
torrente sotterraneo, la grotta si sdoppia nei Rami Luisa, che
convergono in una strettoia che immette nella Sala del rubinetto
aperto. Continuando verso l'alto, nella Sala Adriana si incontra
un'altra cascata, alla cui sommità inizia una tortuosa galleria
percorsa dall'acqua, lunga circa 80 m, che termina in un ampio
salone, nel quale precipita la terza e ultima cascata. Lo sviluppo
complessivo della grotta è di 450 m, con un dislivello di 57 m.
L'esplorazione
oltre la prima cascata e il rilievo topografico dell'intera cavità
sono frutto della collaborazione tra il Gruppo Speleologico CAI
Napoli e il Gruppo Speleologico CAI Salerno, tra il 1989 e il 1991.
BIBLIOGRAFIA
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della Campania, Elio
Sellino Editore, Avellino 2005, pp. 391-392.