Senza titolo (pelle), 2006-2008 (Foto: A. Fiore). |
Scultura in ferro, 2005-2006 (foto: A. Fiore). |
Scultura in ferro, 2005-2006 (foto: A. Fiore). |
Reduce
da importanti successi nazionali e internazionali, fra i quali la
partecipazione alla 54a
Biennale di Venezia, dal
27 aprile al 19 maggio 2013 Silvia Venturi ha
proposto al MARTE
di Cava
de' Tirreni la personale dal titolo "Forme segrete, materie
leggere", a cura di Ada Patrizia Fiorillo, in collaborazione con
Linda Gezzi e Maria Letizia Paiato. Le sculture
e le installazioni esposte sono nate da un attento studio delle
potenzialità espressive dei materiali. Fotografie, piante secche,
bustine di tè, ali d'insetti e altro ancora sono
gli elementi di opere che, anche quando sono di grande formato,
inducono a soffermarsi sui dettagli, sempre
ricchi di
allusioni alla caducità dell’esistenza, il cui mistero
potrebbe celarsi proprio in quegli aspetti che si è soliti ritenere
effimeri, transitori. La stretta relazione tra impermanenza
e inconsistenza sembra aver suggerito il tema di questo allestimento:
la leggerezza,
evocata ora da grandi sculture dai contorni appena accennati mediante
esili fili metallici, ora da sottili membrane, come in “Senza
titolo (pelle)” (2009), realizzata assemblando pezzi di collant e
tesa su una parete in modo da ottenere una figura biomorfa.
“Farfalle”, che occupa un'ampia superficie, è costituita da
centinaia di bustine di tè, ognuna delle quali reca impressa a
stampa l'immagine di una farfalla dalla testa umana. Basta un soffio,
un alito di vento o il semplice
passaggio accanto a questa
installazione per farla fremere. Volti ritagliati da vecchie
fotografie e applicati a disegni inclusi in vaschette di latta e
coperti di paraffina sono gli elementi della serie di piccoli quadri
“Senza titolo (Corvi )” del 2006, nella quale il senso di
precarietà è trasmesso dalla stessa immagine, appena visibile,
imprigionata com'è fra il metallo e la spessa coltre semitrasparente
e graffiata. Un analogo contrasto si ritrova anche in “Senza titolo
(Ruggini)” del 2006-07, serie di assemblages di latta arrugginita e
parti di insetti: queste ultime riescono a ingentilire l'aspetto dei
rottami senza tuttavia rompere l'atmosfera di decadenza carica di
nostalgia che li avvolge. E se all'idea della leggerezza si affianca
il concetto
affine della fragilità, si possono raggiungere effetti
di intenso lirismo. È il caso di “Senza titolo (Alberi)”, del
2013, piantine secche protette da recipienti di vetro capovolti:
elementi semplici che invitano alla riflessione sulla vita e sui suoi
delicati equilibri.
Senza titolo (pelle), 2009 (foto: A. Fiore). |
Senza titolo (corvi), 2006 (foto: A. Fiore). |
Senza titolo (ruggini), 2006-2007 (foto: A. Fiore). |
Senza titolo (alberi), 2013 (foto: A. Fiore). |
L'esposizione declina tutte le forme della caducità rendendola inquietante e affascinante al tempo stesso. Invita a scoprire come anche dettagli apparentemente insignificanti siano preziosi.
RispondiElimina