martedì 26 marzo 2013

I viaggi dentro di Eliana Petrizzi

Eliana Petrizzi, Pietra di garza.
Eliana Petrizzi, Pietra di garza.
Le diciotto opere di Eliana Petrizzi esposte a Salerno nella galleria Il Catalogo (2-30 marzo) hanno un carattere introspettivo. Ricorrono paesaggi deserti e volti isolati nel buio, spesso abbinati in dittici, che evocano il raccoglimento che si determina quando ci si affranca, almeno temporaneamente, da tutte le interferenze del mondo esteriore e ci si pone in ascolto del proprio sé più autentico. Sono dipinti pervasi da un'atmosfera malinconica, resa dall'espressione calma e pensosa dei volti, violati da tagli, screpolature, striature e altri “disturbi” visivi e tuttavia persistenti nella loro purezza nonostante le ferite; oppure dalla desolazione e dall'indeterminatezza dei paesaggi, avvolti da una luce crepuscolare.
Altrettanto suggestive sono le immagini di interni. Porte enigmaticamente chiuse o aperte verso uno spazio aperto, solo suggerito, si fronteggiano in vani vuoti, quasi a voler invitare l'osservatore a compiere una scelta, o almeno a lasciare spazio al dubbio. Corridoi o strade dal fondo avvolto nell'oscurità comunicano il senso della fuga verso la luce o attirano irresistibilmente lo sguardo verso il loro mistero.
Interni ed esterni, volti senza corpo e corpi senza volto, monocromie dai colori intensi o pallide combinazioni di delicate sfumature sono elementi di una grammatica spirituale.

mercoledì 13 marzo 2013

Pier Luigi Nervi: un genio a prova di crisi

Pier Luigi Nervi, Palazzetto dello Sport a Roma
Palazzetto dello Sport a Roma.
Razionalizzare l'utile ed evitare il superfluo: questi, in sintesi, i principi fondamentali dell'approccio di Pier Luigi Nervi (1891-1979), maturati in un'epoca segnata dalle ripercussioni del crollo di Wall Street, dalle sanzioni economiche comminate all'Italia in seguito alla conquista dell'Etiopia, dalla seconda guerra mondiale e dalla difficile ripresa postbellica. La retrospettiva internazionale itinerante intitolata Pier Luigi Nervi Architettura come Sfida, che recentemente ha fatto tappa a Salerno presso il Complesso Monumentale di Santa Sofia, presenta le fasi fondamentali della carriera del famoso ingegnere strutturista attraverso foto, disegni e modelli che illustrano dodici opere. L'allestimento rende efficacemente la peculiarità estetica delle realizzazioni nerviane: all'ammirazione per le ardite soluzioni, capaci di risolvere complessi problemi statici – primo fra tutti quello della copertura di grandi superfici col minimo ingombro delle strutture di sostegno –, si aggiunge la percezione di un'eleganza paragonabile a quella che si riscontra in natura, osservando le innumerevoli forme modellate dall'evoluzione in modo da conciliare l'adattamento all'ambiente con l'utilizzo ottimale delle risorse.
I notevoli risultati raggiunti da Nervi sono frutto di attenti studi che si inserirono nel solco tracciato dai pionieri del cemento armato, Hennebique e Maillart, contribuendo allo sviluppo delle potenzialità di questa tecnologia e introducendo l'uso di materiali innovativi, come il ferrocemento. Il suo metodo si basava sul controllo totale dell'opera: dal progetto, che si avvaleva anche della sperimentazione su modelli in scala, all'organizzazione del cantiere; dalla realizzazione di componenti prefabbricati, spesso in loco, alla posa in opera degli stessi. Ciò permetteva di contenere notevolmente i costi: basti pensare al palazzetto dello sport di Roma, realizzato per le Olimpiadi del 1960 in tempi relativamente brevi e costato solo duecento milioni di lire.

mercoledì 6 marzo 2013

Riaperto il Museo Archeologico Provinciale di Salerno


Museo Archeologico Provinciale di Salerno.
Terminati i lavori di ristrutturazione, il Museo Archeologico Provinciale di Salerno è di nuovo visitabile. Finalmente si può tornare a passeggiare nel giardino antistante, sede di un lapidario che ospita, fra l'altro, una Venere con delfino. I reperti esposti nelle sale, che testimoniano il passato del nostro territorio dalla preistoria all'epoca tardo-antica, sono raggruppati per aree topografiche. L'effetto complessivo è quello di una storia ricostruita per fotogrammi, cosicché in soli tre “scatti” è resa l'idea dell'aspetto della regione nel Pleistocene, con fiumi popolati da ippopotami e savane frequentate da elefanti primitivi, ma lo sguardo potrebbe soffermarsi piuttosto sul reperto più piccolo, il molare di un misterioso antenato dell'asino. Le teche successive rievocano l'entrata in scena dell'uomo, col suo armamentario di pietre scheggiate, monotono solo in apparenza. Se la preistoria si mostra, per così dire, “in presa diretta”, attraverso armi, utensili e avanzi di pasti, che si sono conservati soprattutto nelle caverne, la narrazione della protostoria e poi della storia è affidata per lo più ai corredi funerari rinvenuti nelle tombe, che rendono manifesto il rapporto con la morte e con l'idea dell'al di là, ma raccontano soprattutto la vita, così come i resti delle navi naufragate parlano dei traffici marittimi che collegavano la nostra penisola con varie località del Mediterraneo: un'animazione proiettata su un grande schermo mostra una ricostruzione delle rotte pricipali, che interessarono la stessa Salerno soprattutto a partire dall'inizio della dominazione romana. I reperti rinvenuti nella parte occidentale della città, per lo più in necropoli, testimoniano infatti la sua particolare floridezza dall'età augustea al IV secolo d.C., dovuta alla posizione geografica estremamente favorevole, che ne fece il centro di intensi scambi commerciali via mare o con le regioni limitrofe. Un settore dedicato ai reperti provenienti da collezioni private, frutto di rinvenimenti casuali o di scavi non sistematici, integra la dotazione del Museo.