Eliana Petrizzi, Pietra di garza. |
Le
diciotto opere di Eliana Petrizzi esposte a Salerno nella galleria Il
Catalogo
(2-30 marzo) hanno un carattere introspettivo. Ricorrono paesaggi
deserti e volti isolati nel buio, spesso abbinati in dittici, che
evocano il raccoglimento che si determina quando ci si affranca,
almeno temporaneamente, da tutte le interferenze del mondo esteriore
e ci si pone in ascolto del proprio sé più autentico. Sono dipinti
pervasi da un'atmosfera malinconica, resa dall'espressione calma e
pensosa dei volti, violati da tagli, screpolature, striature e altri
“disturbi” visivi e tuttavia persistenti nella loro purezza
nonostante le ferite; oppure dalla desolazione e
dall'indeterminatezza dei paesaggi, avvolti da una luce crepuscolare.
Altrettanto suggestive sono le immagini
di interni. Porte enigmaticamente chiuse o aperte verso uno spazio
aperto, solo suggerito, si fronteggiano in vani vuoti, quasi a voler
invitare l'osservatore a compiere una scelta, o almeno a lasciare
spazio al dubbio. Corridoi o strade dal fondo avvolto nell'oscurità
comunicano il senso della fuga verso la luce o attirano
irresistibilmente lo sguardo verso il loro mistero.
Interni ed esterni, volti senza corpo e
corpi senza volto, monocromie dai colori intensi o pallide
combinazioni di delicate sfumature sono elementi di una grammatica
spirituale.