Di Aristide Fiore
Mario Carotenuto e Lelio Schiavone (foto: A. Fiore). |
[Pubblicato su Le
Cronache del salernitano, 20 marzo 2014, p.13]
Ci si sorprende sempre,
nello scoprire aspetti inediti dell'opera di un artista, la cui vasta
produzione, ricca di successi espositivi, potrebbe indurre anche gli
estimatori meglio informati a ritenere di conoscerne ogni risvolto.
Gli esiti della ricerca che giungono alla notorietà vengono tuttavia
individuati operando scelte ben ponderate, dettate spesso da giudizi
di merito, focalizzati sul tema che si intende privilegiare,
piuttosto che sul piano della qualità. Accade quindi inevitabilmente
che alcune varianti, perfino ricorrenti, di un percorso creativo
vengano temporaneamente tralasciate, come nel caso dei “Fiori” di
Mario Carotenuto, un soggetto assai caro al pittore, al quale è
stata finalmente dedicata la personale allestita a Salerno, presso Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta.
L'esposizione, che
abbraccia l'intero arco della carriera, permette di ripercorrerne
tutte le tappe salienti, rese facilmente individuabili proprio
attraverso la declinazione di uno stesso tema: quei fiori, in genere
selvatici, i quali, alternandosi talora nel ruolo di protagonisti
assoluti, talaltra in quello di comprimari o di semplici comparse,
popolano il fervido immaginario dell'artista. Su quei petali dai
colori ora vivaci ora delicati, si riconoscono le tracce dell'ampia
parabola di Carotenuto, che gli ha permesso di attraversare diverse
epoche e confrontarsi col conseguente avvicendamento di gusti,
sentimenti, mode. Conservando la schiettezza degli esordi e portando
con sé i semi di una tradizione che, come sottolineato in un testo
critico di Marco Amendolara, comprende indistintamente le avanguardie
del Novecento e la grande pittura dei secoli precedenti, egli ha
sempre saputo coniugare rigore e poesia, recuperando e rivitalizzando
gli aspetti ritenuti più significativi, come si vede in questa
mostra, tramite la quale si può apprezzare una vasta gamma di
tecniche, dalla secca pennellata alla Van Gogh al grafismo sottile e
preciso, dal rigore descrittivo alla rappresentazione onirica di
stampo surrealista. Il tutto reso accortamente funzionale ai temi legati indissolubilmente alla poetica carotenutiana, come i paesaggi, le nature morte, gli arredi e i paramenti sacri e le immancabili farfalle: i celebri “fiori volanti”, che ne costituiscono forse il tratto più riconoscibile. In definitiva, non resta che tributare la giusta lode a un'iniziativa che, perpetrando una fruttuosa collaborazione iniziata nel 1969, ha consentito ai più di scoprire un altro tassello fondamentale per la ricostruzione di una vita dedicata all'arte, con la speranza che ve ne siano ancora molti altri. Il tutto reso accortamente funzionale ai
temi legati indissolubilmente alla poetica carotenutiana, come i paesaggi, le nature morte, gli arredi e i paramenti sacri e le immancabili farfalle: i celebri “fiori volanti”, che ne costituiscono forse il tratto più riconoscibile. In definitiva, non resta che tributare la giusta lode a un'iniziativa che, perpetrando una fruttuosa collaborazione iniziata nel 1969, ha consentito ai più di scoprire un altro tassello fondamentale per la ricostruzione di una vita dedicata all'arte, con la speranza che ve ne siano ancora molti altri.
temi legati indissolubilmente alla poetica carotenutiana, come i paesaggi, le nature morte, gli arredi e i paramenti sacri e le immancabili farfalle: i celebri “fiori volanti”, che ne costituiscono forse il tratto più riconoscibile. In definitiva, non resta che tributare la giusta lode a un'iniziativa che, perpetrando una fruttuosa collaborazione iniziata nel 1969, ha consentito ai più di scoprire un altro tassello fondamentale per la ricostruzione di una vita dedicata all'arte, con la speranza che ve ne siano ancora molti altri.
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