Razionalizzare
l'utile ed evitare il superfluo: questi, in sintesi, i principi
fondamentali dell'approccio di Pier Luigi Nervi (1891-1979), maturati in un'epoca segnata dalle ripercussioni del
crollo di Wall Street, dalle sanzioni economiche comminate all'Italia
in seguito alla conquista dell'Etiopia, dalla seconda guerra mondiale
e dalla difficile ripresa postbellica. La retrospettiva internazionale
itinerante intitolata Pier Luigi Nervi Architettura come Sfida,
che recentemente ha fatto tappa a Salerno presso il Complesso
Monumentale di Santa Sofia, presenta le fasi fondamentali della
carriera del famoso ingegnere
strutturista attraverso foto, disegni e modelli
che illustrano dodici opere. L'allestimento rende efficacemente la
peculiarità estetica delle realizzazioni nerviane:
all'ammirazione per le ardite soluzioni, capaci di risolvere
complessi problemi statici – primo fra tutti quello della copertura
di grandi superfici col minimo ingombro delle strutture di sostegno
–, si aggiunge la percezione di un'eleganza paragonabile a quella
che si riscontra
in natura, osservando
le innumerevoli forme modellate dall'evoluzione in modo da conciliare
l'adattamento all'ambiente con l'utilizzo ottimale delle risorse.
I
notevoli risultati raggiunti da Nervi sono frutto di attenti studi
che si inserirono nel solco tracciato dai pionieri del cemento
armato, Hennebique
e Maillart, contribuendo allo sviluppo delle potenzialità di questa
tecnologia e introducendo l'uso di materiali innovativi, come il
ferrocemento. Il suo metodo si basava sul controllo totale
dell'opera: dal progetto, che si avvaleva anche della sperimentazione
su modelli in scala, all'organizzazione del cantiere; dalla
realizzazione di componenti prefabbricati, spesso in loco, alla posa
in opera degli stessi. Ciò permetteva di contenere notevolmente i
costi: basti pensare al palazzetto dello sport di Roma, realizzato
per le Olimpiadi del 1960 in tempi relativamente brevi e costato solo
duecento milioni di lire.
Ciò che colpisce immediatamente, nell'osservare i progetti e le riproduzioni delle opere di Nervi, è la loro straordinaria modernità. Le linee creano un campo di forze in cui l'equilibrio e il vigore si integrano con un'efficacia rara e si ha davvero la sensazione che la raffinatezza sia alla base di un'architettura a misura d'uomo.
RispondiEliminaNervi ha sempre realizzato grandi strutture, che di per sé potrebbero risultare estranee alla scala umana. Se ciò nonostante danno l'impressione di essere “a misura d'uomo”, lo si deve all'assenza di magniloquenza e autoreferenzialità. Per quanto riguarda il connotato della modernità, si potrebbe aggiungere che l'approccio di Nervi, che come altri grandi protagonisti della storia dell'architettura seppe unire sapientemente la competenza tecnica alla sensibilità estetica, è tuttora valido. Come sottolineato per esempio in un recente articolo di Giuliano da Empoli, è stato ormai ampiamente dimostrato che la chiave dello sviluppo è la multidisciplinarità. Si fanno veri progressi solo collegando fra loro diverse professionalità o competenze, in primo luogo facendo dialogare il sapere tecnico e scientifico con quello umanistico. Da questo punto di vista Nervi è stato un continuatore del passato e un anticipatore del futuro.
RispondiEliminaL'architettura di Pier Luigi Nervi si basa sulla ricerca di forme pure che abbiano nelle loro stesse caratteristiche statiche e strutturali il loro principio estetico, addivenendo così ad una 'estetica della struttura': ne derivano costruzioni imponenti, sviluppate secondo i diagrammi di calcolo, monumentalistiche, con vago tono celebrativo in parte dovuto anche alla loro prevalente destinazione d'uso, il non-luogo.
EliminaA misura di quale uomo?