Di Aristide Fiore
Francesco Guarino, "Giuditta" (1635 ca; foto: A. Fiore). |
Ieri,
nella Sala Santa Caterina del Museo Diocesano “S. Matteo” di
Salerno, alla presenza di S.E. Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di
Salerno-Campagna-Acerno e di don Alessandro Gallotti, Direttore del
Museo Diocesano San Matteo di Salerno si è tenuta la cerimonia di
presentazione del nuovo allestimento della Sala del Seicento e della
Guida
breve del Museo,
edita da “Art'em”. Entrambe le iniziative, curate dalla
Soprintendenza ai Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di
Salerno e Avellino, consentiranno finalmente di fruire al meglio di
tutte le maggiori collezioni custodite nello spazio museale di Largo
Plebiscito.
La
maggior parte delle opere esposte nella sala del Seicento, il cui
allestimento è stato curato da Maura Picciau e dai funzionari Emilia
Alfinito, Vito de Nicola e Lina Sabino, provengono dalle donazioni
dell'Arcivescovo Isidoro Sanchez de Luna alla Cattedrale di Salerno
(1772) e del Marchese Giovanni Ruggi D'Aragona alla sacrestia del
Duomo (1870). La loro munificenza ha contribuito a inserire salerno
nel panorama dell'arte seicentesca, con capolavori come la “Giuditta”
di Francesco Guarino (in precedenza attribuita al Caravaggio, del
quale fu allievo), la “Madonna della Rosa” di Massimo Stanzione e
il “David” di Hendrik van Somer, o le due tele inedite della
collezione: “S. Cecilia con Tiburzio e Valeriano” e una figura
biblica del Vecchio Testamento, la schiava Agar in “Agar e Ismaele
nella tenda di Abramo”, entrambe di autore ignoto. Tra
le altre tele di gran pregio si annoverano “Le nozze di Cana”,
“Cristo e l’adultera”, “L’adorazione dei magi” e il “San
Brunone”.
“Il museo
diocesano di Salerno” è un agile volumetto curato da Maura
Picciau, comodo da usare già a partire dalle dimensioni, che nelle
due versioni pubblicate, in lingua italiana e inglese, accompagnerà
i visitatori alla scoperta di importanti collezioni, a partire dal
prezioso ciclo di formelle eburnee (XI-XII secolo).
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