di
Aristide Fiore
Il logo della manifestazione. |
Una
rappresentanza del Gruppo Speleologico CAI Salerno ha partecipato
all'Incontro Internazionale di Speleologia “Casola 2013Underground”, che si è svolto dal 30 ottobre al 3 novembre
2013 a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna.
La
speleologia, ovvero l'esplorazione di cavità naturali e artificiali,
è un'attività nel contempo sportiva e culturale, che in Italia è
praticata da circa 5.000 persone e abbraccia diversi campi del
sapere. Gli speleologi, definibili essenzialmente come geografi del
sottosuolo, ampliano spesso il loro raggio d'azione offrendo la
propria collaborazione a ricercatori o enti preposti al governo e
alla tutela del territorio, oppure proponendo iniziative didattiche e
divulgative rivolte a un pubblico generico, a scuole e ad altre
organizzazioni educative, come i gruppi scout e i gruppi di alpinismo
giovanile del CAI.
Fondato
nel 1989, nella sezione del Club Alpino Italiano di Salerno, il G.S.CAI SA è attivo soprattutto nella provincia di appartenenza, ricchissima di
fenomeni carsici sia profondi sia superficiali. Fra i traguardi più
significativi vale la pena ricordare le esplorazioni condotte nella
Grotta dello Scalandrone (Giffoni Valle Piana) col Gruppo Speleologico CAI Napoli, nella Grotta Vado a Bracigliano, nelle
Miniere di ittiolo di Giffoni Valle Piana e nella Miniera di lignite presso Acerno. Il Gruppo si è reso anche protagonista di interventi
di bonifica ambientale, come il recupero di rifiuti nell'Inghiottitoio del Bussento, presso Caselle in Pittari, anch'esso
effettuato in collaborazione col G.S. CAI Napoli. Ha inoltre
contribuito alla diffusione della pratica speleologica nel nostro
territorio, mediante l'organizzazione di ventitrè corsi di
introduzione alla speleologia e molti dei suoi componenti si sono
avvicendati nel Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico del CAI.
Ciro Bello (seduto su un masso) dopo l'escursione nell'Abisso Garibaldi. |
L'obiettivo
principale della
manifestazione, che quest'anno ha annoverato 3.539 partecipanti,
molti dei quali provenienti da altri paesi europei,
era
la rappresentazione del mondo sotterraneo come parte integrante,
sebbene meno visibile, del territorio. Basti pensare che quasi il 60%
dell'acqua che utilizziamo o beviamo proviene da acquiferi carsici.
Gli
speleologi salernitani hanno assistito alla presentazione di
innovazioni tecniche e nuove scoperte. Alcuni
di essi hanno partecipato a escursioni guidate nelle grotte della
Vena del Gesso romagnola,
un'importante area carsica dell'Appennino faentino:
Ciro Bello si è cimentato nella discesa nell'Abisso Garibaldi,
mentre Bloise, Fiore e
Petrosino hanno effettuato una traversata di
circa 900 metri nel sistema dell'Inghiottitoio Ca' Siepe. Entrambe le
grotte sono considerate molto impegnative, essendo costituite
essenzialmente da cunicoli piuttosto stretti alternati a pozzi. Il
G.S. CAI SA aveva già operato nei gessi nel 1991, in occasione di
una campagna esplorativa presso Agrigento. Non avendo coinvolto
tuttavia le stesse persone, le visite alle grotte casolane, così
diverse da quelle nostrane, formatesi nei calcari e caratterizzate in
genere da uno sviluppo prevalentemente verticale e volumi più ampi,
si possono ugualmente considerare una novità nell'attività del
sodalizio campano.
Bloise, Fiore & Petrosino: sosta al Collettor e nell'Inghiottitoio a ovest di Ca' Siepe. |
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