domenica 8 dicembre 2013

L'Amigdala nell'immaginario di Arianna Catania

Di Aristide Fiore
[Pubblicato su Le Cronache del salernitano, 3 dicembre 2013, p. 9.]
L'amigdala (mandorla In latino) è
una parte del cervello che gestisce le emozioni presenti e passate. Da qui l'idea di assumerla come ideale tratto d'unione della personale di Arianna Catania, presso la sede dell'associazione culturale Art.Tre. Le immagini della fotografa siciliana costituiscono infatti altrettanti snodi intercambiabili di un flusso di emozioni suscitate dalla contemplazione delle ferrovie abbandonate della terra natia, assunte come metafora della vita, sospesa com'è tra attaccamento al passato, alle proprie radici, e attrazione per un altrove immaginario, proiettato nel futuro.
Nascono da queste premesse l'impulso a cercare segni di vita in oggetti e luoghi dimenticati, individuandola in fiori e arbusti cresciuti su binari morti, e il tentativo di ravvivare stazioni deserte e campi desolati percorsi da strade ferrate con grappoli di palloncini rossi o con altri materiali di identico colore, in un gioco al quale a volte prende parte la stessa autrice, colta in pose che esprimono un senso di attesa o lo slancio della partenza, contrapposto alla stasi della linea ferroviaria dismessa, che tuttavia non va confusa con la stabilità.
Lo dimostra, con la forza lapidaria di un rebus, un polittico con tre vagoni e una casetta in posizioni sbilenche, accomunati da un senso di precarietà.
In altri scatti viene posto l'accento sull'assenza, fino a assumere come surrogato della figura umana le leve di uno scambio, su una delle quali è poggiato un cappello da capostazione. La memoria della vita che animava quei luoghi di transito ne permea ancora l'atmosfera. Così una galleria senza più rotaie, un tratto di binario semisepolto nel terreno brullo, toilette, sale d'aspetto e altri locali di servizio di stazioni deserte diventano lo scenario ideale per un gioco di contrasti mediante il quale ritrovare la gioia dell'originario legame con la terra: una sedia posta sui binari davanti a una stazione contraddice qualsiasi idea di movimento; un tronco poggiato di traverso sulle rotaie, che costringerebbe un treno vero a fermarsi, viene invece scavalcato da una locomotiva giocattolo; un cumulo di macerie sormontato da una valigia rossa davanti a un vecchio edificio allude a una speranza di riscatto.

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