venerdì 14 giugno 2013

Il "Grand Tour" secondo Andrea Troisi. Successo per la mostra all'Archivio di Architettura Contemporanea



Andrea Troisi.
[Pubblicato su Le Cronache del salernitano, 4 giugno 2013, p. 20.]
 In occasione della manifestazione Salerno porte aperte, dal 25 al 27 maggio l’ Archivio dell’architettura Contemporanea (ex Museo del Falso), in via Porta Elina a Salerno, ha ospitato la mostra “Grand Tour Reloaded”, terza personale di pittura del giovane artista salernitano Andrea Troisi, inaugurata dall'assessore alla Cultura e Università del Comune di Salerno, Ermanno Guerra, e da Matilde Romito.
Tra il XVII e il XIX secolo, i giovani aristocratici erano soliti completare la loro educazione intraprendendo il Grand Tour, un viaggio di formazione attraverso l’Europa, che comprendeva i centri della classicità, Roma ed Atene, e in seguito, in Italia, anche Napoli, Venezia e Firenze, senza trascurare gli scavi di Pompei ed Ercolano. Troisi, ricollegandosi a quella tradizione, ha immaginato un itinerario adatto ai tempi, che avendo Salerno come punto di partenza e arrivo, alle grandi capitali europee affianca le mete predilette della cultura giovanile, Ibiza, Barcellona e Amsterdam, fino a includere New York.
Dal punto di vista dell'arte, il Grand Tour è indissolubilmente legato al vedutismo, al bozzetto e alla ritrattistica. E sono proprio questi i soggetti filtrati dalla visione dell'artista: edifici storici, monumenti, skyline delle città principali, ma anche aspetti del costume e della società, come nel caso del DC-10, una famosa discoteca di Ibiza. L'allestimento consta di sessantatré opere, una per ogni città, alla quale sono associati alcuni ritratti di amici, familiari e conoscenti, che hanno un rapporto reale o almeno ideale con quel luogo. Allievo di Virginio Quarta, Troisi ha indirizzato il suo stile realistico, inizialmente orientato alla classicità, come mostrano i lavori esposti nel 2012 (“I luoghi del cuore”), verso l'estetica pop, che però già caratterizzava la mostra “Facebook – immagini del profilo”, del 2011. Un gusto che si riflette anche negli stessi soggetti, come lo slogan “I amsterdam”, riprodotto nell'installazione itinerante che ormai è entrata a far parte del paesaggio della città olandese. L'uso del colore è limitato al ruolo di semplice complemento del segno grafico, talvolta per evidenziare qualche dettaglio, come la pallida luce della luna riflessa sul Tamigi davanti all'abbazia di Westminster, oppure escludendolo del tutto, come nel caso della porta di Brandeburgo a Berlino. Analogamente i ritratti, spesso eseguiti usando solo il nero, hanno l'aspetto di istantanee riprodotte “al tratto”, senza mezzi toni. I volti di gente comune, sebbene non priva di un marcata individualità, diventano icone degli stili di vita rappresentati dalle città, evocate attraverso singoli elementi caratteristici: la statua della Libertà sullo sfondo di Manhattan per New York, la Sagrada Familia per Barcellona, La Tour Eiffel per Parigi, Il Colosseo per Roma, mentre Salerno è rappresentata dal Castello Di Arechi, peraltro citato anche da Goethe nel suo “Viaggio in Italia”.
La sezione dedicata a Amsterdam.

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