[Pubblicato su Roma Cronaca di Salerno e provincia, 24 aprile
2013, p. 27.]
La mostra di pittura di Adriano
Paolelli, aperta dal 18 aprile presso l'Archivio dell'Architettura
Contemporanea di Salerno, presenta una rassegna della sua produzione
informale. Nella particolare lettura di Paolelli, il linguaggio
informale raggiunge un equilibrio tra astrattismo e figuratività,
oscillando tra la libera composizione e il richiamo alla realtà da
cui prende le mosse nell'ideazione di queste opere. Le cose
osservate, oggetti, nature morte, edifici, paesaggi, offrono lo
spunto per composizioni costruite a partire da porzioni di spazio già
organizzate, essendo parte del mondo reale, che dei soggetti
originari conservano solo una labile traccia. Si tratta, in sostanza,
di un linguaggio che si libera dagli schemi tradizionali della
rappresentazione, pur non negandone il valore, come mostrano, del
resto, i notevoli traguardi raggiunti dall'artista anche in ambito
figurativo. Ciò permette di accogliere l'osservatore su un terreno
comune, dove la forza espressiva del colore viene pienamente
incanalata in un vago senso di familiarità che pervade i dipinti. In
quest'ottica Paolelli persegue efficacemente l'immediatezza, opta per
un linguaggio chiaro. Non si preoccupa di stabilire un ordine o di
fissare la composizione secondo uno schema prestabilito: lascia
parlare il colore, mantenendo come unico riferimento ciò che vede;
non indulge alla ricerca di un piacevole risultato estetico, che
magari renda l'opera più attraente o di facile fruizione, ma si
preoccupa, piuttosto, di individuare i rapporti cromatici che meglio
si adattino al suo stato d'animo, privilegiando ora la piena potenza
evocativa dei colori, ora il bisbiglio sommesso delle tinte smorzate,
i contrasti o gli accordi, la netta distinzione dei campi di colore o
la loro reciproca contaminazione, in modo da stabilire sempre una
consonanza tra le proprie corde interiori e la particolare vibrazione
trasmessa dal quadro. L'utilizzo di supporti differenti, dalla carta
alla tela – in alcuni casi anche grezza – dalla tavola al
compensato, contribuisce alla produzione di una ricca gamma di
effetti, che dipendono per esempio dal loro diverso grado di
assorbenza o dalla loro consistenza, di modo che la superficie del
quadro possa assumere, di volta in volta, un aspetto opaco o lucido,
fluido o pastoso, omogeneo o sgranato, netto o sfumato. Di
conseguenza, le immagini che ne risultano presentano, a seconda dei
casi, connotati differenti, dal nitore di intarsi di pietre dure alla
vaghezza di visioni che sembrano affiorare dalla memoria.
L'esposizione è visitabile fino a domani dalle 17,00 alle 21,30.
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