[Pubblicato
su ROMA Cronaca di Salerno e provincia,
27 marzo 2013, p.26.]
Si può
ricominciare partendo dalla cultura. L'auspicio attribuito a Jean
Monnet potrebbe essere il filo conduttore della XXI Giornata FAI di
primavera, in occasione della quale sabato
23 e domenica 24 la
Pinacoteca Provinciale
ha ospitato la mostra Paolo
Signorino per Europa,
curata da Laura Del
Verme ed Erminia
Pellecchia e onorata dalla presenza del Maestro Mario Carotenuto al
vernissage.
L’esposizione
allestita da Floriana Gigantino occupa due sale della Pinacoteca, la
prima delle quali accoglie undici dipinti appartenuti al nucleo
pittorico presentato nel 1998 al Parlamento europeo di Strasburgo, in
occasione della mostra Quinze
portraits de nos littératures,
una serie di ritratti di scrittori rappresentativi di ciascuno Stato
membro dell'epoca. Il metodo adottato
per realizzarli è la “foto-grafia”, come ebbe a definirla
Filiberto Menna, ovvero la trasposizione pittorica di immagini
fotografiche, già proposta dall'artista nei primi anni Ottanta con
un ciclo dedicato a Marcel Proust. Lo schema di queste tele, che
accosta a ciascun personaggio uno sfondo ideale rappresentato come se
si trattasse di una vecchia cartolina, è di semplice lettura, perché
concepito come strumento di divulgazione, ma per nulla scontato, come
dimostra l'attenta scelta dei fiori e degli oggetti simbolici che
accompagnano i ritratti, pensati come attributi iconografici dei
personaggi.
L'intento
di Signorino è celebrare la cultura europea, vero fondamento della
comune identità, come sottolineato da Giuseppe Cacciatore,
presidente della Società salernitana di storia patria,
nell'Introduzione al catalogo: “Nelle sue tele e nella luce della
sua ispirazione si fa strada un soggetto unitario e insieme
prismatico: l’Europa come entità transnazionale impegnata a
costruire la cultura del nuovo umanesimo e dell’universalismo
democratico. È questa l’Europa che dobbiamo prendere sul serio,
giacché costituisce la vera alternativa agli assolutismi
fondamentalistici e agli egoismi di rinascenti identità
nazionalistiche, ma anche alle rinnovate egemonie di paesi
economicamente forti e chiusi nel loro egoismo
economico-finanziario”.
La
seconda sala ospita alcuni bozzetti e l’inedito dipinto “Per
Europa”, una
personalissima interpretazione del “Ratto
d'Europa”
di Luca Giordano, qui liberata dalle ombre seicentesche per dare
risalto a uno scorcio della Costa d'Amalfi che lega il nostro
territorio al mito. Completano l'allegoria un albero d'ulivo e un
cartiglio sospeso a mezz'aria, sul quale è accennata la colomba
della pace, citazione della celebre affiche
disegnata da Pablo Picasso per il Congresso della pace del 1949, e il
manto azzurro della principessa, che dodici stelle trasformano nella
bandiera dell'Unione Europea. La pace, che ha dato il via al processo
di unificazione, e la sua meta sono i due poli della gioiosa corsa
del toro ornato di fiori attraverso il Mediterraneo, culla di grandi
civiltà e crocevia di popoli. Proprio la colomba e il vessillo
dell'Unione, i due simboli più importanti della mostra,
impreziosiscono la torta offerta per l'inaugurazione
dall'associazione culturale Scriptorium, un delizioso esempio di cake
design
per salutare l'incontro fra l'Europa e l'arte del Maestro Signorino.
La mostra di Paolo Signorino alla Pinacoteca provinciale di Salerno. |
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